Il Prezzo della Diversità

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Il prezzo della Diversità

Titolo: IL PREZZO DELLA DIVERSITÀ
Una minoranza a confronto con la storia religiosa in Italia negli scorsi 100 anni

Autore: Paolo Piccioli
Argomento: Storia delle religioni
Pagine: 645
Prezzo: € 44,00
Formato: 17,5 x 24,5 mm
Editore: Editions Schortgen
Distributore:In Rete

Lo scopo di questa pubblicazione è quello di proporre al lettore una narrazione corretta circa l'origine e la storia del movimento dei testimoni di Geova in Italia - narrazione basata prevalentemente su documenti e fatti - e un approfondimento dei motivi per cui è stato ed è tuttora al centro di critiche spesso pesanti, e del fondamento delle critiche stesse. Questa storia è stata corredata di un'abbondantissima documentazione attinta presso l'Archivio Centrale dello Stato, presso l'Archivio storico del Ministero degli Affari Esteri e presso vari Archivi di Stato provinciali, ai quali va un sentito ringraziamento per la gentile e fattiva collaborazione. Con questi documenti del periodo fascista e del dopoguerra fino al 1975, si è potuto ricostruire la storia del movimento su un fondamento di notevole accuratezza, che speriamo sarà apprezzata anche dagli studiosi e dai lettori non Testimoni, tanto più che essa è stata sviluppata nel contesto generale della storia religiosa in Italia. Per essi saranno di particolare interesse i riferimenti bibliografici e i documenti citati. Si tenga presente che quasi tutta la documentazione privata dei singoli Testimoni come pure quella presso gli uffici rappresentativi del gruppo, operanti prima del 1945, venne sequestrata e in parte dispersa dal regime dittatoriale. Perciò la documentazione rinvenuta presso gli archivi pubblici consente di completare la loro storia con vari particolari e date altrimenti sconosciuti.
Le vaste ricerche di archivio si sono protratte per alcuni anni. Oltre a ciò, sono citati numerosi pareri di giuristi e sociologi. Per cui riteniamo, ci sembra non presuntuosamente, che gli studiosi, per effettuare un'analisi obiettiva del panorama religioso degli scorsi cento anni, e dello sviluppo della libertà religiosa, non potranno prescindere dalla documentazione e dalle fonti qui raccolte. Molte informazioni interessanti e anche inedite sono contenute nelle note in calce e nelle appendici che raccomandiamo all'attenzione del lettore. Tanto per anticipare, dovrebbero essere inediti, per citarne soltanto alcuni che i cultori della storia ecclesiastica apprezzeranno, i documenti rinvenuti in ASMAE (citati nel cap. 6) da cui risulta che la Segreteria di Stato della Santa Sede fece pressioni all fine degli anni '40 e all'inizio degli anni '50 del secolo scorso per modificare l'art. 11 del trattato di amicizia italo-americano che pareva concedere troppe libertà ai culti acattolici, e per espellere dal paese i missionari protestanti americani. Non sfuggirà neppure il continuo raffronto, che potrebbe sembrare assillante, tra le prassi di culto dei testimoni di Geova con quelle delle chiese tradizionali.
Lo scopo tuttavia è evidente, quello cioè di sottolineare che lo Stato, nella sua laicità, non dovrebbe fare valutazioni nel campo delle dottrine religiose e, meno ancora, discriminare i gruppi in base alle loro diversità cultuali. Si prega di considerare la narrazione alla luce di alcune considerazioni che possono essere condivise. La prima, per dirla con le parole del noto sociologo Bryan Wilson: «L'opposizione alle nuove religioni risale al lontano passato. Nel mondo romano, la nuova religione dei cristiani fu condannata e i suoi seguaci furono perseguitati. Furono accusati di spezzare le famiglie, di nutrire scopi veniali, di partecipare a orge sessuali. Si diceva inoltre che cercassero di infiltrarsi nelle élites della società per perseguire sinistri intenti politici. Nel corso dei secoli si sono sentite esattamente le stesse accuse man mano che le autorità statali condannavano i quaccheri, i metodisti, i salvazionisti e i Testimoni di Geova» (B. Wilson, «Tolleranza religiosa e diversità religiosa», in Futuribili, 2-3, 1999, p. 46).
Occorre dunque essere cauti nel respingere a priori la storia di un gruppo e nell'etichettarlo negativamente. Atteggiamenti diversi, ma positivi, possono scaturire da piccoli gruppi che originariamente sono stati oggetto di sole critiche (si pensi a chi ha avuto il coraggio di sostenere l'obiezione di coscienza al servizio militare anche sotto le dittature). Tenendo presenti le illuminanti parole di Norberto Bobbio, «il nerbo dell'idea di tolleranza è il riconoscimento dell'egual diritto a convivere che viene riconosciuto a dottrine opposte, e il riconoscimento, da parte di chi si ritiene depositario della verità, del diritto dell'errore» (per il solo uso di «armi spirituali», e l'intolleranza «civile» che prevede l'intervento del «potere pubblico» per limitare tutti coloro «che contrastino ai dogmi della religione» [La libertà religiosa, Feltrinelli, Milano, 1967, pp. 8, 9]).
Paolo Piccioli - Empoli, maggio 2010


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